Se il bingo è il favorito degli anziani, le casalinghe sembrano attratte irresistibilmente dal gratta e vinci. Slot e videolottery si somigliano ma funzionano in modo molto diverso. E solo su alcuni tipi di giochi sembra concentrarsi l’interesse di chi ricicla denaro sporco. “Sono oltre 100 le delibere comunali sul gioco d’azzardo. Ed è una stima per difetto. Ma per aiutare i 250mila giocatori patologici e evitare che altri 600 problematici diventino, a loro volta, dei malati, sarebbe utile capire come ciascun gioco riesca ad essere più seduttivo su una categoria rispetto a un’altra; e come siano differenti i meccanismi che portano alla dipendenza. In questo modo, gli interventi normativi in materia potrebbero essere più efficaci”. È quanto sottolinea Matteo Iori, presidente di Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo) che parteciperà al seminario “C’è gioco e gioco”, lunedì 7 luglio al Circolo della stampa sala Montanelli.
Per la prima volta saranno messi a confronto i dati delle ricerche del Cnr, che ha studiato il comportamento degli Italiani riguardo alle dipendenze, e l’esperienza dei Sert, i servizi delle Asl che curano le dipendenze, per capire come realmente si stia sviluppando il fenomeno del gioco in Italia e quali siano le migliori strategie per combatterne le derive. All’incontro interverranno gli operatori del gioco per illustrare le differenze tecniche tra i vari giochi. Quindi, approfondiranno l’argomento Sabrina Molinaro, responsabile delle ricerche Espad del Cnr, Annalisa Pistuddi, di Federserd, Marco Pedroni, sociologo e ricercatore dell’Università eCampus, che presenterà una ricerca, condotta per l’Università Cattolica, su come si è sviluppato il gioco legale in Italia tra Stato e imprese responsabili. Amministratori di Regioni e Comuni racconteranno le esperienze realizzate nel proprio territorio nel corso di questi anni. Paola Binetti, relatrice del ddl sul g.a.p. (gioco d‘azzardo patologico) alla Camera, parlerà della normativa nazionale.