I risultati delle
ricerche compiute in Italia e negli Stati Uniti evidenziano che il problema
della dipendenza da sesso sta assumendo un rilevante impatto sociale con
conseguenze tangibili nelle relazioni interpersonali, famigliari e nell'area del lavoro.
Al di là delle
statistiche, che aiutano a comprendere l’entità dei fenomeni dal punto di vista
sociale e per progettare delle azioni di prevenzione, la condizione rappresenta
un forte disagio per chi ne è affetto.
I casi delle persone
che hanno intrapreso un percorso di cura non sono molte rispetto ad altre
dipendenze, pertanto in merito ad una valutazione delle cause non si riconosce
una origine esatta, ma riguardo alla cura si tratta di mettere in atto una
serie di azioni che tengano conto di una
possibile parte di trattamento integrato fra specialisti delle dipendenze
patologiche e della sessuologia.
Il processo di
conoscenza diagnostica del soggetto dipendente da sesso può coinvolgere sia i
componenti della famiglia di origine che coloro che fanno parte della famiglia
attuale, in prima persona il partner.
La dipendenza da sesso
è da considerare un sintomo, che permea la vita relazionale e sociale e che è
da ascrivere ad una tipologia di personalità che deve essere compresa con
grande precisione. Passaggio importantissimo per poter giungere ad una diagnosi
accurata dal punto di vista clinico.
Non sembra esistere un
disturbo di personalità specifico associato alla dipendenza da sesso. Dai casi
presi in esame, da noi e da altri colleghi, emerge che può esistere un
intreccio di sintomi con altre psicopatologie o disagi psicologici, così come
può essere la dipendenza sessuale l'unico problema che emerge.
Elementi per la diagnosi
Alcuni
Autori definiscono il comportamento dipendente considerando ipotesi scatenanti
che si ritrovano nei fattori dello sviluppo del bambino: come il bambino ha
percepito se stesso e come ha sentito la
dedizione dei genitori verso di lui,
come ha sviluppato su questa base le relazioni con gli altri. In
particolare se e quanto ha percepito che può fidarsi di loro o se non pensa che
ciò sia possibile.
Lo sviluppo di un sé
sano dipende in gran parte da come si sono strutturate le prime relazioni: se
il bambino ha percepito di poter contare sugli altri e, se ne ha bisogno, di poter dipendere da
qualcuno senza compromettere la propria identità, o se si sente perduto e non
protetto.
Nei
dipendenti sessuali emergono frequentemente storie infantili e ricordi di vissuti di solitudine, di
smarrimento: essi si sono sentiti senza nessuno su cui contare o da cui poter
dipendere per la soddisfazione dei propri bisogni.
Da queste basi si è
andata inevitabilmente sviluppando nel tempo una modalità di cercare qualcosa
che dia un conforto immediato e un benessere urgente, anche se si rivela effimero, che li faccia
sentire bene, che sia sempre alla portata, e ciò a discapito della possibilità
di costruire delle relazioni, in quanto precocemente sperimentate come frustranti.
Qualora non intervengano esperienze che fungano da correttivo, come per esempio
una percorso terapeutico, questa ricerca può continuare tutta la vita, portando
la persona a dipendere da cose quali sesso, cibo, alcol, droga.
A causa di un vissuto precoce di mancanza di
cure può avvenire che l’esplorazione
della sessualità vada al di là
dell’autoconforto e che il sesso, per esempio, si confonda con il conforto e
con l’educazione (nel caso dei bambini vittime di abusi sessuali) e che questa
convinzione diventi, per il bambino
divenuto un adulto dipendente da sesso,
trasferibile a tutte le relazioni.
Così la relazione con
altre persone rischia di essere sostituita nel corso dello sviluppo da una
relazione con la sessualità di tipo dipendente.
L’abuso sessuale, per
esempio, potrebbe anche non essere stato un elemento critico nello sviluppo del
disturbo, che può invece essere correlato ad un ambiente famigliare disturbato,
con altri fattori patogeni e altri tipi di abusi, come la trascuratezza fisica
ed emotiva, l’abbandono, le umiliazioni per qualsiasi forma di sessualità.
La
dipendenza sembra essere una relazione nella quale l’ossessione per il sesso
rimpiazza le relazioni con le persone. Il sesso è vissuto dal dipendente come
un bisogno primario.
Queste
sensazioni aumentano il dolore per la solitudine provata, e alimentano spesso
la necessità di rifugiarsi incondizionatamente al sesso che momentaneamente
appaga.
Sono disponibili oggi,
vari tipi di modalità per mettere in luce le caratteristiche della psiche umana
e strumenti piuttosto affinati che consentono di ottenere una diagnosi e
comprendere i significati degli eventi passati rispetto ai comportamenti di
oggi.
La diagnosi della
struttura di personalità aiuta a comprendere come funziona oggi l'individuo
nelle relazioni e quale modalità adotta più spesso per gratificare i propri bisogni.
I tratti del carattere
e le caratteristiche di organizzazione della personalità di un individuo, se
rilevate accuratamente, assicurano, soprattutto nei casi di più difficile
classificazione, maggior attendibilità e utilità per la prognosi e per la
terapia.
Per differenziare le
tipologie di personalità è importante osservare
alcune manifestazioni come la
capacità di sopportare l’ansia, il controllo degli impulsi, la vergogna per alcuni
comportamenti, la valutazione delle conseguenze generate dalle proprie azioni.
La valutazione della
personalità può avvenire attraverso il colloquio clinico fatto da specialisti
del settore e con il supporto di alcuni test di personalità.
Prospettive e ipotesi
di cura
Gli impulsi sessuali
sono sentiti spesso dai dipendenti da sesso come compatibili con idee e
desideri ed irresistibili. I pazienti non tollerano tensioni, agiscono invece
di pensare, non sanno aspettare, di qualsiasi cosa abbiano bisogno devono
immediatamente averla; lo stesso bisogno che governa altri impulsi patologici è
operante in coloro che sono dediti alle
droghe: il bisogno di ottenere qualcosa che non sia solo soddisfazione
sessuale, ma anche sicurezza e affermazione di sé e, come tale, essenziale alla propria esistenza.
La dipendenza non può
essere un comportamento sporadico, ma si tratta di un rischio abituale e
intenso, arriva ad escludere ogni altro interesse. Il dipendente non impara
dalla sconfitta, ha una certezza del successo che non può essere sconfessata
dalla prova dei fatti reali.
Essere dipendenti
significa anche continuare a credere in una persona, in una droga o in un
comportamento che hanno portato fino ad allora sconfitte e dolore.
La perdita del
controllo dei comportamenti di una persona dipendente esclude la possibilità di
fermarsi nonostante ci siano dei buoni propositi.
Il dipendente rinuncia
cambiare qualcosa del proprio comportamento, che porta di sicuro conseguenze
negative, di fronte a una nuova tentazione e la ricaduta viene spesso aggravata
da rimorsi.
La dipendenza fa
rincorrere il brivido della tensione, la realtà è sacrificata per il piacere e
a seguire c'è la tendenza inconscia all’autopunizione. Questo alternarsi di
trasgressione e senso di colpa porta ad un circolo vizioso senza fine.
Molti vivono però le
proprie scelte e le conseguenti attività erotiche come compatibili con le
proprie idee ed i propri desideri, fino a quando tutto funziona. All'apparire
del disagio per le proprie azioni incontrollabili si comincia a porsi il
problema e a cercare di porre qualche rimedio.
Il sentimento
prevalente è agire la sessualità in modo urgente e coatto, ripetuto, frequente
e involontario, al punto che la vita sessuale di questi pazienti assume il
ruolo di una droga.
Gli oggetti da cui si
dipende, come tabacco, alcol, cibo, sesso, narcotici, psicofarmaci, persone,
vengono impulsivamente vissuti come buoni e l’economia psichica su cui si regge
il comportamento dipendente è annientare momentaneamente rabbia, angoscia,
depressione, colpa e altre tensioni insopportabili.
Il comportamento
sessuale, nel caso dei dipendenti da sesso, serve spesso per attenuare
esperienze affettive minacciose, ma è efficace solo per poco tempo, poi la
tensione si ripresenta, inesorabile.
Tutto ciò può rappresentare
una soluzione possibile alla mancanza di sicurezza nel poter contare sugli
altri con cui non si è potuto instaurare una relazione. Di conseguenza questo
ha generato l'impossibilità di avere fiducia in sé e di poter contare su se
stessi per auto-accudirsi; in caso di malessere ci può essere pertanto solo il
ricorso ad oggetti esterni come sesso, droghe, alcol ecc., i quali possono
essere usati per lenire sofferenze di stati mentali e assumere la funzione
relazionale che il soggetto non ha instaurato con l'esterno né introiettato e
pertanto non è capace di svolgere da sé.
La sessualità agita in
questo modo pare che rappresenti un tentativo concreto e non emotivo, riguarda
solo uno sfogo del corpo e fornisce un
sollievo momentaneo.
La dipendenza sembra
rappresentare un tentativo di auto-terapia di fronte a stati mentali
minacciosi; le angosce possono essere più o meno gravi e di pari passo la
dipendenza più o meno impellente o radicata. In alcuni casi si tratta di una
condizione di abuso della sessualità, stato intermedio, in cui l'individuo può
avere ancora un minimo di controllo per determinare gli eventi.
L’atto sessuale
comunque può venire usato per eliminare il sovraccarico emotivo che crea
tensione, l’oggetto sessuale ha il compito di riparare un sentimento di
solitudine e abbandono.
I frequentatori abituali di prostitute o gli
irriducibili traditori sono dipendenti
da sesso?
Tali persone
riscontrano solitamente come problematico l’eccessivo desiderio e i frequenti
episodi di eccitazione.
La mancanza
dell'abitudine ad avere una relazione orientata al sesso, estesa ad almeno una
volta la settimana, può far sentire la persona irrequieta o ansiosa,
incompresa, in una situazione per lo più intollerabile, tanto da ricercare
affannosamente il comportamento liberatorio.
C’è da aggiungere che
durante i rapporti sessuali con i partner abituali - anche se si tratta di
legami consolidati da anni e funzionanti dagli altri punti vista - lamentano
qualche disfunzione sessuale, come difficoltà di erezione o eiaculazione
precoce, cosa che non succede nei momenti di trasgressione. Con le prostitute o
in ambienti connotati da una preminenza di sesso non avvertono alcun problema.
I criteri per
diagnosticare la dipendenza da sesso si ritrovano in tre o più delle seguenti
condizioni: tolleranza, astinenza, desiderio persistente, quantità di tempo,
compromissione delle attività sociali, lavorative, ricreative, dipendenza
emotiva.
La tolleranza riguarda
il bisogno di emozioni, pensieri, situazioni che costituiscono eccitazione che
si richiede sempre crescente.
L’astinenza si
manifesta con notevoli e intollerabili sintomi di disagio e ansia che generano
il desiderio compulsivo (craving) di ripristinare a tutti i costi il legame con
l’oggetto che genera il piacere sessuale e che colma la differenza fra la
mancanza dello stimolo sessuale e l’appagamento creato dell’oggetto, che viene,
a volte, ricercato sempre più frequentemente e intensamente.
Il desiderio, eccessivo
e monotematico può essere spesso causa
di irrequietezza, impulsività e aggressività. Se non viene messo in atto il
comportamento sessuale desiderato scatta l'obbligo di attuarlo senza o con
scarsa possibilità di controllo.
Il tempo impiegato
nelle attività sessuali, che servono per porre fine allo stato di estremo
bisogno regolato dall’angoscia e allo stato di disorientamento emotivo può
diventare man mano più esteso.
Le attività della vita
di tutti i giorni vengono notevolmente trascurate per dare spazio alla ricerca
di emozioni forti generate dall’attività sessuale e dal bisogno di ripeterle ad
intervalli di tempo sempre più ristretti.
Concludiamo notando che
non è comunque possibile considerare dipendente sessuale un soggetto che
manifesti comportamenti sessualmente trasgressivi o improntati ad un forte
desiderio sessuale. Questi non rappresentano di per sé espressione di dipendenza,
che comprende, oltre alla ripetitività incontrollata, la compulsione,
l'irrinunciabilità e, anche se non appare immediatamente, un certo grado di
sofferenza.
Annalisa Pistuddi