lunedì 11 gennaio 2021

Droga e alcol sono sostanze psicoattive, la diagnosi, la cura e gli specialisti

 

Droga e alcol sono sostanze psicoattive

 di Annalisa Pistuddi

Il contenuto di questo articolo ha l’obiettivo di comunicare il contenuto delle attuali considerazioni scientifiche delle problematiche relative agli effetti delle sostanze psicoattive, narrato in chiave divulgativa.

Sono considerate sostanze psicoattive o droghe: alcol, allucinogeni, amfetamine, canapa (marijuana e hashish), cocaina, ecstasy (MDMA, X, XTC, Adam), oppioidi (eroina, morfina), tabacco.

Sono sostanze capaci di agire sui meccanismi  e i processi cerebrali, alterando i processi di trasmissione dei segnali e delle informazioni tra le cellule nervose, così da compromettere gli equilibri psicologici e i processi mentali.

Agiscono sulle emozioni, sui ricordi, sulle percezioni, sulle abilità intellettive e sull’apprendimento, anche sulla motricità.

I disturbi correlati a sostanze comprendono i disturbi secondari all’assunzione di una sostanza, pertanto si prevede che si possa sviluppare una dipendenza, cioè un gruppo di sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici indicativi che il soggetto continua a far uso di sostanze nonostante la presenza di problemi significativi correlati alla sostanza.

La modalità di somministrazione risulta reiterata, usualmente in tolleranza cioè assunta in quantità sempre maggiori per ottenere l’effetto desiderato o l’intossicazione, astinenza e comportamento compulsivo di ricerca e assunzione.

Le modalità di risposta di ognuno alle diverse sostanze possono essere variabili e dipendere dalla storia dell’individuo, dai suoi vissuti riguardo alle situazioni in cui si è trovato, dai tratti organici e biologici di cui è dotato, dalle sue abitudini e dal comportamento.

Le strutture e le funzioni del cervello si differenziano in ognuno e ciò spiega la diversità degli effetti e delle conseguenze del consumo delle medesime sostanze psicoattive in individui diversi.

Le funzioni del cervello riflettono e codificano gli stati emotivi, le variabili psico-sociali e stanno quindi alla base degli stati mentali con cui però interagiscono e si modificano vicendevolmente.

Ciò significa che le nostre esperienze, emozioni, il nostro bagaglio etico, hanno un ruolo anche di interazione con le strutture biologiche cerebrali e perciò da alcuni studi è emerso che gli effetti delle droghe si modificano nel tempo anche in uno stesso individuo e che possono incidere sui meccanismi e le competenze del cervello, spesso ledendone alcune funzioni.

Nella storia dell’umanità si ritrovano diverse situazioni in cui emerge la ricerca di alterazioni degli stati mentali come se le persone avessero cercato un aiuto per affrontare situazioni in modo meno oneroso.

Per quanto riguarda una valutazione da effettuare per la diagnosi di un soggetto che si presume faccia uso di sostanze o alcol occorre prendere in esame molte dimensioni della problematica.

E’ opportuno premettere che la valutazione diagnostica e il progetto di cura viene effettuato da un’équipe di specialisti esperti in dipendenze i quali si trovano negli ambulatori dei servizi pubblici e nelle comunità terapeutiche.

Esistono anche strutture private con i relativi professionisti che operano nel settore delle dipendenze.

I servizi del settore pubblico che si occupano delle dipendenze si trovano nelle ASST  Aziende SWocio Sanitarie Territoriali o ASL, Aziende Sanitarie Locali, e si chiamano SerT o SerD , Servizi per le Tossicodipendenze o per le Dipendenze di cui fanno parte i Noa, i Nuclei Operativi di Alcologia.

Le CT, Comunità Terapeutiche sono strutture spesso convenzionate con la sanità pubblica (la retta è a carico dello Stato, il paziente deve essere in possesso di una certificazione dello stato di dipendenza rilasciata da un servizio pubblico - SerD ) ma ne esistono anche di private dove la retta è a carico del paziente, si trovano sul territorio e spesso lavorano in collaborazione con i Servizi per le Dipendenze.

Le professionalità che lavorano in questo settore sono medici, psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, assistenti sanitari. I medici, gli psicologi e gli assistenti sociali formano il gruppo che valuta gli aspetti medico-psichiatrici, psicologici, famigliari, sociali della persona che fa uso di sostanze.

Il servizio pubblico formula una diagnosi multidimensionale della situazione del paziente e valuta l’indice di gravità della tossicodipendenza al fine di predisporre un progetto di cura appropriato.

Tale progetto, che è la conseguenza della diagnosi di tossicodipendenza o di alcoldipendenza, andrà formulato tenendo conto della motivazione del paziente e delle proprie risorse personali, famigliari e sociali da mettere in atto per la cura.

Potrebbe contemplare un ricovero ospedaliero, un trattamento ambulatoriale o un periodo da trascorrere in comunità oppure comprendere tutte queste possibilità suddivise in ipotetiche fasi del percorso di cura che si susseguono nel tempo.

Alla base di tutto questo ci deve essere una richiesta chiara e motivata da parte del paziente che è considerato il protagonista del percorso.

Nulla può essere pianificato senza aver prima, durante la fase diagnostica, appurato chiaramente che in quel momento della vita per quel paziente non solo c’è il bisogno ma anche la motivazione a intraprendere un percorso che sarà impegnativo se avrà l’obiettivo di produrre dei risultati.

Tutto ciò che non è desiderato dal paziente stesso, in questi casi, è destinato a non produrre dei risultati tangibili.

Se la questione della cura è stata indotta dall’ambiente famigliare e sociale e non è giunto il momento della maturazione condivisa da parte del paziente, è probabile che i risultati siano temporanei o addirittura nulli.

La cura delle dipendenze, da sostanze e alcol in particolare, presuppone non solo una disintossicazione ma soprattutto che la persona si impegni dal punto di vista psichico e che metta in gioco la propria emotività ma anche le proprie risorse cognitive per affrontare un cambiamento di vita difficile e oneroso.

E’ fuori da ogni dubbio che abbia bisogno di aiuto e di supporto sia da parte degli specialisti che delle figure significative della propria vita e che il processo motivazionale sia possibile costruirlo in varie fasi ma va messo in risalto cha la cura non significa assumere passivamente dei farmaci, per esempio, ma occorre parteciparvi con tutti gli aspetti emotivi che il paziente riesce a mettere in atto.

Gli aspetti medici che riguardano la disintossicazione dalla sostanza, possono avvenire in breve tempo per alcuni casi, prevdere più tempo per altri, ma l’importante è poi considerare il mantenimento dell’astinenza con tutte le problematiche emotive che ciò comporta.

A questo punto entrano nel lavoro specialistico gli aspetti della personalità del soggetto che devono essere trattati dallo psicoterapeuta, spesso il programma prevede, se si tratta di un trattamento in comunità, l’intervento dell’educatore che lo segue nelle attività previste che possono riguardare gli aspetti organizzativi e relazionali della quotidianità.

Sembra che una diagnosi della personalità che preveda gli aspetti evolutivi del paziente e che consideri anche le potenzialità cognitive, affinchè egli arrivi a poter produrre da sè l’organizzazione della propria vita relazionale e sociale, sia una parte importante di un progetto da costruire proprio con il paziente stesso.

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