Droga e alcol sono
sostanze psicoattive
Il contenuto di questo articolo ha l’obiettivo di comunicare il contenuto delle attuali considerazioni scientifiche delle problematiche relative agli effetti delle sostanze psicoattive, narrato in chiave divulgativa.
Sono considerate sostanze psicoattive o droghe: alcol,
allucinogeni, amfetamine, canapa (marijuana e hashish), cocaina, ecstasy (MDMA,
X, XTC, Adam), oppioidi (eroina, morfina), tabacco.
Sono sostanze capaci di agire sui meccanismi e i processi cerebrali, alterando i processi
di trasmissione dei segnali e delle informazioni tra le cellule nervose, così
da compromettere gli equilibri psicologici e i processi mentali.
Agiscono sulle emozioni, sui ricordi, sulle percezioni,
sulle abilità intellettive e sull’apprendimento, anche sulla motricità.
I disturbi correlati a sostanze comprendono i disturbi
secondari all’assunzione di una sostanza, pertanto si prevede che si possa
sviluppare una dipendenza, cioè un gruppo di sintomi cognitivi, comportamentali
e fisiologici indicativi che il soggetto continua a far uso di sostanze
nonostante la presenza di problemi significativi correlati alla sostanza.
La modalità di somministrazione risulta reiterata, usualmente
in tolleranza cioè assunta in quantità sempre maggiori per ottenere l’effetto
desiderato o l’intossicazione, astinenza e comportamento compulsivo di ricerca
e assunzione.
Le modalità di risposta di ognuno alle diverse sostanze
possono essere variabili e dipendere dalla storia dell’individuo, dai suoi
vissuti riguardo alle situazioni in cui si è trovato, dai tratti organici e
biologici di cui è dotato, dalle sue abitudini e dal comportamento.
Le strutture e le funzioni del cervello si differenziano
in ognuno e ciò spiega la diversità degli effetti e delle conseguenze del
consumo delle medesime sostanze psicoattive in individui diversi.
Le funzioni del cervello riflettono e codificano gli
stati emotivi, le variabili psico-sociali e stanno quindi alla base degli stati
mentali con cui però interagiscono e si modificano vicendevolmente.
Ciò significa che le nostre esperienze, emozioni, il
nostro bagaglio etico, hanno un ruolo anche di interazione con le strutture
biologiche cerebrali e perciò da alcuni studi è emerso che gli effetti delle
droghe si modificano nel tempo anche in uno stesso individuo e che possono
incidere sui meccanismi e le competenze del cervello, spesso ledendone alcune
funzioni.
Nella storia dell’umanità si ritrovano diverse situazioni
in cui emerge la ricerca di alterazioni degli stati mentali come se le persone
avessero cercato un aiuto per affrontare situazioni in modo meno oneroso.
Per quanto riguarda una valutazione da effettuare per la
diagnosi di un soggetto che si presume faccia uso di sostanze o alcol occorre
prendere in esame molte dimensioni della problematica.
E’ opportuno premettere che la valutazione diagnostica e
il progetto di cura viene effettuato da un’équipe
di specialisti esperti in dipendenze i quali si trovano negli ambulatori dei
servizi pubblici e nelle comunità terapeutiche.
Esistono anche strutture private con i relativi professionisti
che operano nel settore delle dipendenze.
I servizi del settore pubblico che si occupano delle
dipendenze si trovano nelle ASST Aziende SWocio Sanitarie Territoriali o ASL, Aziende Sanitarie Locali, e si chiamano SerT o
SerD , Servizi per le Tossicodipendenze o per le Dipendenze di cui fanno parte i
Noa, i Nuclei Operativi di Alcologia.
Le CT, Comunità Terapeutiche sono strutture spesso
convenzionate con la sanità pubblica (la retta è a carico dello Stato, il paziente deve essere in possesso di una certificazione dello stato di dipendenza rilasciata da un servizio pubblico - SerD ) ma ne esistono anche di private dove la
retta è a carico del paziente, si trovano sul territorio e spesso lavorano in
collaborazione con i Servizi per le Dipendenze.
Le professionalità che lavorano in questo settore sono
medici, psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, assistenti
sanitari. I medici, gli psicologi e gli assistenti sociali formano il gruppo
che valuta gli aspetti medico-psichiatrici, psicologici, famigliari, sociali
della persona che fa uso di sostanze.
Il servizio pubblico formula una diagnosi
multidimensionale della situazione del paziente e valuta l’indice di gravità
della tossicodipendenza al fine di predisporre un progetto di cura appropriato.
Tale progetto, che è la conseguenza della diagnosi di
tossicodipendenza o di alcoldipendenza, andrà formulato tenendo conto della
motivazione del paziente e delle proprie risorse personali, famigliari e
sociali da mettere in atto per la cura.
Potrebbe contemplare un ricovero ospedaliero, un
trattamento ambulatoriale o un periodo da trascorrere in comunità oppure
comprendere tutte queste possibilità suddivise in ipotetiche fasi del percorso
di cura che si susseguono nel tempo.
Alla base di tutto questo ci deve essere una richiesta
chiara e motivata da parte del paziente che è considerato il protagonista del
percorso.
Nulla può essere pianificato senza aver prima, durante la
fase diagnostica, appurato chiaramente che in quel momento della vita per quel
paziente non solo c’è il bisogno ma anche la motivazione a intraprendere un percorso
che sarà impegnativo se avrà l’obiettivo di produrre dei risultati.
Tutto ciò che non è desiderato dal paziente stesso, in
questi casi, è destinato a non produrre dei risultati tangibili.
Se la questione della cura è stata indotta dall’ambiente
famigliare e sociale e non è giunto il momento della maturazione condivisa da
parte del paziente, è probabile che i risultati siano temporanei o addirittura
nulli.
La cura delle dipendenze, da sostanze e alcol in
particolare, presuppone non solo una disintossicazione ma soprattutto che la
persona si impegni dal punto di vista psichico e che metta in gioco la propria
emotività ma anche le proprie risorse cognitive per affrontare un cambiamento
di vita difficile e oneroso.
E’ fuori da ogni dubbio che abbia bisogno di aiuto e di supporto
sia da parte degli specialisti che delle figure significative della propria
vita e che il processo motivazionale sia possibile costruirlo in varie fasi ma
va messo in risalto cha la cura non significa assumere passivamente dei
farmaci, per esempio, ma occorre parteciparvi con tutti gli aspetti emotivi che
il paziente riesce a mettere in atto.
Gli aspetti medici che riguardano la disintossicazione
dalla sostanza, possono avvenire in breve tempo per alcuni casi, prevdere più
tempo per altri, ma l’importante è poi considerare il mantenimento
dell’astinenza con tutte le problematiche emotive che ciò comporta.
A questo punto entrano nel lavoro specialistico gli
aspetti della personalità del soggetto che devono essere trattati dallo
psicoterapeuta, spesso il programma prevede, se si tratta di un trattamento in
comunità, l’intervento dell’educatore che lo segue nelle attività previste che
possono riguardare gli aspetti organizzativi e relazionali della quotidianità.
Sembra che una diagnosi della personalità che preveda gli
aspetti evolutivi del paziente e che consideri anche le potenzialità cognitive,
affinchè egli arrivi a poter produrre da sè l’organizzazione della propria vita
relazionale e sociale, sia una parte importante di un progetto da costruire proprio
con il paziente stesso.
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