lunedì 4 gennaio 2021

Conoscere, valutare, curare e guarire i sintomi della depressione

 

Sono depresso?

Conoscere, valutare e guarire i sintomi della depressione

 Gianlorenzo Masaraki, psichiatra e Annalisa Pistuddi, psicologa psicoterapeuta

Quando si parla di depressione a livello divulgativo spesso si dice di offrire un'idea troppo omogenea di questo particolare stato di disagio che può colpire ognuno di noi.

Si rischia cioè di accomunare una naturale reazione di “malumore”, che può cogliere una persona in seguito, per esempio, alla comunicazione di una cattiva notizia, alla depressione propriamente detta, che spesso nasce senza un motivo apparente e pare essere assolutamente “impermeabile” a ogni intervento di consolazione di aiuto che non sia un approccio professionale.

Si tratta invece di realtà sovente anche molto distanti, seppur accomunate dal sentimento della tristezza.

Poterne apprezzare la differenza, e proporre quindi una diagnosi, è fondamentale se si considera che la depressione può compromettere seriamente la qualità della vita e causare esiti drammatici quando non viene curata tempestivamente.

È indispensabile dunque che chi manifesta questi sintomi e suoi familiari abbiano le informazioni utili per potersi orientare verso terapie efficaci.

La ricerca scientifica negli ultimi anni ha offerto molte novità nella cura della depressione.

La prima riguarda la più moderna classificazione diagnostica che permette di orientarsi, anche per non addetti lavori, nella fenomenologia dei sintomi sulla base degli aspetti descrittivi.

Un'altra prospettiva riguarda l'approccio psicosomatico che permette di riconoscere la matrice depressiva in molti disturbi somatici un tempo qualificati come disturbi di origine sconosciuta.

Tra questi disturbi quello che forse può risentire in positivo di questo approccio è la cefalea, ma altrettanto può valere per certi dolori muscolari, per le somatizzazioni addominali.

In questo caso il disturbo fisico è dominante  e può “coprire” la sindrome depressiva sottostante se non la si sospetta, con il rischio evidente che queste persone compiano itinerari diagnostici e di cura non appropriati, senza benefici e aggravando altresì la forma depressiva.

Esiste anche un'altra ipotesi che è stata sempre più avvalorata nel tempo c'è quella del rapporto che lega la depressione al cancro.

La depressione è una malattia curabile.

Se siete depressi avete senza dubbio collezionato nel tempo molti consigli e ognuna di queste proposte di guarigione ha la propria ricetta del buonumore con risultati garantiti.

Spesso nella vostra famiglia qualcuno avrà voluto dare il proprio parere circa cosa si dovrebbe non si dovrebbe fare, dove andare e a chi indirizzarsi per la terapia.

Se ci sono dei figli in tenera età, questi sono destinati ad essere altrettanto coinvolti nel clima di confusione e apprensione che si viene a creare.

Così quello che si presenta all'inizio come un problema individuale, diviene ben presto un problema familiare che preoccupa più persone. In questo modo ben difficilmente si potranno ottenere benefici per il malato.

Altre volte succede che si dica “aspettiamo.., passerà”.  Questa posizione di attesa è però più consona ai parenti del malato che al malato stesso e capita a volte che anche che il medico di base sembra voler prendere stesso tempo, prescrivendo esami del sangue, ricostituenti, svaghi e a volte anche diete.

Occorre invece dichiarare con chiarezza che quanto sta accadendo ha un'origine mentale e che si tratta di un avere propria malattia: è la depressione.

Parlare di depressione oggi vuol dire parlare di una malattia curabile, meglio se affrontata per tempo, prima che i sintomi si aggravino drammaticamente.

Si rimanda il momento di affrontare la situazione perché in questi casi si teme di evocare lo spettro della malattia mentale, della follia incurabile.

Si rischia così di non intervenire tempestivamente su un disturbo che nelle forme più gravi può compromettere seriamente la qualità della vita, e, a volte, il suo stesso decorso se interviene l'evento più temuto: il suicidio.

In realtà, il primo passo verso la guarigione lo si stabilisce proprio uscendo da questa fase confusa incerta, individuando precisamente questo disturbo e inserendolo con chiarezza in un ambito di cure di diagnosi.

La depressione colpisce la popolazione mondiale di ogni latitudine in modo massiccio; le donne offrono a queste statistiche un contributo maggiore con il rapporto di due a uno rispetto agli uomini.

Altre caratteristiche sono: avere un titolo di scuola media superiore o universitario; gli uomini celibi paiono più esposti alla depressione così come quelli vedovi o separati, rispetto alle donne vedove nubili o separate.

Si manifesta altresì di più nelle donne che lavorano rispetto alle casalinghe.

 Un male antico.

La depressione non è comunque un problema dei nostri giorni ma è un male antico. Per secoli la depressione è stata caratterizzata più come una manifestazione soprannaturale che come una malattia a tutti gli effetti.

Oggi conosciamo senza dubbio molte delle varie forme di depressione. Si sono ridotti molti pregiudizi, tanto che personaggi noti non fanno mistero delle loro più o meno gravi manifestazioni depressive. Ricche e significative biografie di malati illustri hanno senza dubbio il pregio di far conoscere meglio le vicissitudini cui va incontro chi si ammala. Soprattutto forniscono materiale di indagine utile per la ricerca scientifica.

La depressione colpisce chiunque senza discriminazione, ad essere istruiti o intelligenti, purtroppo non serve ad arginarla.

Appaiono pertanto insensate esortazioni che spesso sentiamo indirizzare il malato di depressione: intelligenza e cultura sembrano infatti giocare addirittura un ruolo a favore della depressione e non il contrario.

 Come si manifesta.

La depressione è un disturbo psichico e può sopravvenire in modo acuto; sovente però è subdola e progredisce lentamente, tanto che chi ne soffre e chi circonda il malato evita di considerare quei campanelli d'allarme che possono invece indirizzare sulla strada di una diagnosi corretta e quindi di una cura appropriata.

Sono in genere dei falsi racconti quelli che parlano di una depressione nata bruscamente senza segnali premonitori.

Ma quali sono questi elementi premonitori dell'inizio della malattia?

Innanzitutto la tristezza vitale, più o meno accentuata, sempre accompagnata dai sensi di colpa e aspetti di pessimismo più o meno intensi.

Un'espressione improntata a tristezza e a preoccupazione. A volte la mimica facciale assume con il corrugare la fronte aspetti particolari che gli psichiatri hanno variamente definito come “omega depressivo”, oppure, quando la mimica si paralizza in uno stato di stupore doloroso, come “maschera dolorosa”.

L'attività di pensiero si presenta rallentato fino al blocco, oppure costantemente incentrata su tematiche svalutative, di indegnità, di colpa e di morte.

Il comportamento è spesso inibito, impacciato, esitante. I movimenti sono misurati, lenti e stanchi, a meno che non intervenga una componente d'ansia che porta a una grande irrequietezza motoria.

Anche il comportamento alimentare e sessuale sono alterati. Nel primo caso il sintomo si presenta come mancanza d'appetito e calo di peso (anoressia), oppure con un'esagerata fame, in particolare di alimenti dolci (bulimia).

La vita sessuale può essere gravemente compromessa, connotata da indifferenza nei confronti degli stimoli erotici; all'opposto si può osservare un'aumentata attività sessuale, non sempre comunque sostenuta da un desiderio proporzionato.

Costanti sono i disturbi del sonno, in particolare il risveglio precoce al mattino.

Inoltre va considerato il tempo di permanenza del disturbo: oggi si ritiene che un periodo di cattivo umore, di tristezza, di abbattimento che interferisce con le nostre abituali occupazioni e che duri più di due settimane sia il segnale di un quadro clinico depressivo.

Non sempre però chi è depresso presto si rende conto di questa situazione.

A questo riguardo bisogna sottolineare come la depressione possa essere espressa quasi esclusivamente con un linguaggio somatico; non ci si deve quindi aspettare che chi è depresso dichiari esplicitamente “sono depresso”.

In questo caso un grave senso di stanchezza fisica (astenia) potrà sostituirsi all'espressione di tristezza; un comportamento abulico, l'insonnia, l'inappetenza o altri disturbi fisici, delineeranno il quadro sintomatico.

Tutto questo per sottolineare che chi soffre di depressione può essere del tutto incapace di decifrare quanto gli accade, data la possibilità che uno stato depressivo si esprima non solo sul piano psicologico ma a volte quasi unicamente sul piano comportamentale o sul piano fisico, come insegnano gli studi e le osservazioni della psicosomatica moderna.

Nel suo periodo di stato la depressione si caratterizza per un modo di sentire complesso fatto di angoscia, di disperazione, di disprezzo di sé degli altri, di intensi sensi di colpa e soprattutto di rabbia.

A questo riguardo sarà necessario distinguere il malessere organico dalle somatizzazioni propriamente dette che hanno un preciso significato espressivo simbolico e di comunicazione del disagio mentale.

Il malessere organico porta a una diminuita attività nel complesso delle funzioni organiche, cioè digestione lenta, inappetenza, nausea, stitichezza, scarsa reattività sessuale, insonnia, disturbi di concentrazione e difficoltà di memorizzazione.

Questi aspetti coesistono costantemente con le manifestazioni mentali improntate alla tristezza vitale tipiche di questo disturbo.

In alcuni casi però i sintomi mentali non sono così evidenti e questi malati si presentano con un corredo di sintomi prevalentemente somatici. A queste forme depressive in passato si è data la definizione allusiva di “depressioni mascherate”.

Sono forme cliniche in cui si può parlare più propriamente di somatizzazioni depressive. Generalmente i sintomi hanno come elemento costante il dolore come la cefalea, l’ulcera, i dolori muscolari, la dismenorrea; la sofferenza mentale della depressione in questi casi pare cioè trasferirsi a livello di un organo o di una funzione che si “assumono”, per così dire, il compito di comunicare e dare testimonianza della sofferenza interiore attraverso il corpo.

In conclusione a questi brevi accenni per riconoscere un malessere che si esprime attraverso segni differenti e variegati, teniamo a precisare che una diagnosi precisa va fatta da uno specialista, il quale deve poi far seguire un programma di cura personalizzato.

I professionisti che si occupano di individuare e classificare i sintomi degli stati depressivi e dei disturbi dell’umore sono gli psichiatri e gli psicoterapeuti, i quali delineano altresì un percorso che può comprendere prescrizioni farmacologiche e percorsi psicoterapici. 

Esistono inoltre nuove forme di interventi terapeutici che si configurano come non convenzionali e che possono essere affiancati agli interventi classici ma non costituire delle alternative ai trattamenti ufficiali.

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